
Un momento della benedizione della statua di Padre Pio donata dalla famiglia Cassano alla città di Martina Franca
Da pochi giorni a questa parte, in città sta accadendo un fatto non troppo bello: la polemica sulla nuova statua di Padre Pio è degenerata in una battaglia a colpi di comunicati stampa tra il PDCI di Martina Franca e i dipendenti della General Trade. In questa impari lotta, i giornali locali hanno avuto un ruolo determinante nella demonizzazione del partito a favore della causa di Cassano e dei suoi dipendenti. Quello che è accaduto dimostra che per trovare giornalisti embedded non c’è mica bisogno di andare in Afghanistan al fronte con i marines, basta farsi due passi sullo stradone la domenica mattina. Non è accettabile ulteriormente la maniera in cui la realtà viene distorta. Probabilmente, ci piace pensare, non è possibile esercitare la professione della verità in realtà molto piccole e spesso compromesse come quella di Martina Franca. Probabilmente non è volontà personale inzerbinirsi al punto di rendersi complici del male in cui si dibatte la città.
Per questo, per dovere di cronaca, pubblichiamo integralmente il comunicato stampa del PDCI di Martina Franca, per fornire uno strumento di discernimento ai tanti a cui sta ancora a cuore la sorte di questa società.
“Scherza con i fanti ma lascia stare i santi!
E così la famiglia Cassano, benefattrice della comunità martinese, in quanto con le sue aziende dà lavoro a migliaia di persone, ha donato alla collettività la statua di Padre Pio, sistemata in una piazza centrale della nostra amena cittadina. Precisamente lì dove una volta sorgeva “l’incantevole” palazzone sede del mercato coperto, poi caduto in disuso ed in seguito fatto abbattere, un po’ di anni fa, trasformando appunto l’area in una simpatica piazzetta, da una solerte amministratrice comunale, proprietaria di immobili ubicati guarda caso proprio lì, che acquisivano così notevole valore economico.
La cerimonia, con tanto di banda, santa messa e benedizione del monumento, è stata naturalmente preceduta da affissione di manifestini pubblicitari dell’iniziativa, in cui si sottolineava che l’opera, era appunto un dono della famiglia più ricca (forse) e famosa di Martina Franca.
Come nel medioevo, quando grazie ai mecenati, alle grandi famiglie che dominavano nei vari staterelli,in cui era divisa l’Italia, si finanziavano opere di pregio e grande valore artistico per il solo gusto di lasciare un segno della propria potenza.
Allora, Chiesa e Nobiltà si spartivano potere e privilegi, dominando su un popolo dalle precarie condizioni di vita, preda della superstizione e dell’ignoranza; oggi, in condizioni completamente diverse, ma con una crisi che colpisce soprattutto i ceti meno abbienti, chi detiene il potere economico si ingrazia la Chiesa e utilizza la fede religiosa, per continuare a ricavare profitti ingenti sulla pelle di chi, affamato di lavoro, accetta di svendere la propria forza lavoro e di essere sfruttato ogni giorno per nove, dieci, undici ore, con un salario di fame. Tanto se qualcuno decide di andare via, altri dieci sono pronti a prendere il suo posto. Anche perché, se non lavori da Cassano, a Martina, dove lavori? Da Scatigna, o in qualche ditta di confezioni, nelle stesse condizioni: con la lettera di licenziamento già firmata all’atto dell’assunzione ed una busta paga regolare “sulla carta” ma con un salario reale di 500 euro, se ti va bene.
D’altronde che ci vuoi fare? Occorre fede nel Signore e cristiana rassegnazione. Così va il mondo. Con l’aiuto del Signore si andrà avanti. Dopotutto i santi servono proprio a questo. Quando si è in difficoltà basta una preghiera a qualche santo e … speranza che tutto si aggiusti per il meglio.
Chi meglio di padre Pio? Anche la famiglia Cassano si rivolge a Lui per continuare ad accrescere il suo patrimonio. E la devozione ora è molto più grande dopo aver fatto sistemare la statua in quella pubblica piazza.
Sorgono una serie di obiezioni. Se veramente si voleva fare del bene alla collettività, perché non provare a far lavorare in modo giusto e regolare i propri dipendenti, con orari e paga regolari, secondo quanto prevedono i contratti stipulati con le organizzazioni sindacali? Forse così facendo la famiglia Cassano verrebbe veramente ricordata con stima in quanto imprenditori illuminati.
Inoltre se proprio si voleva una statua di Padre Pio, perché non metterla nel luogo più consono che è quello all’interno di una chiesa? Possibilmente senza tanta pubblicità e con una certa discrezione e riservatezza che è quanto ogni fede religiosa prescrive.
A proposito, se domani a qualcuno venisse in mente di far mettere una statua di Budda in Piazza XX Settembre, con che scusa si dovrebbe negargli il permesso?”
Ecco invece cosa scrive la Gazzetta del Mezzogiorno martedì 28/07:
“MARTINA DOPO L’INAUGURAZIONE DI SABATO
Ancora polemiche e proteste sulla statua di Padre Pio collocato in piazza Umberto
[A.Q.]
• La statua di padre Pio inaugurata sabato sera a Martina in piazza Umberto porta con sé ancora delle prese di posizione. Un cittadino, Martino Tulipano, in realtà lo aveva fatto sabato sera stesso con un cartello esibito proprio mentre era in corso l’inau – gurazione. Avrebbe preferito, Tulipano, che «una piazza storica non venisse occupata con questa statua che si poteva mettere altrove». Nel suo manifesto Tulipano ribadisce, come da tempo fa con le sue iniziative di protesta, la necessità di tornare a provvedimenti nel pieno della legalità e fa un esempio: quello della costruzione di palazzi che hanno di fatto ostruito l’affaccio alla Valle d’Itria dalla zona Spirito santo.
Ma un attacco duro all’iniziativa viene dai Comunisti Italiani (sezione Gramsci) che parlano praticamente di una iniziativa medioevale e, dal loro punto di vista, anche delle condizioni lavorative e salariali dell’impresa che ha finanziato l’acquisto della statua. Dice il Pdci di Martina: «Se proprio si voleva una statua di Padre Pio, perché non metterla nel luogo più consono che è quello all’interno di una chiesa? Possibilmente senza tanta pubblicità e con una certa discrezione e riservatezza che è quanto ogni fede religiosa prescrive. A proposito, se domani a qualcuno venisse in mente di far mettere una statua di Budda in piazza XX Settembre, con che scusa si dovrebbe negargli il permesso?»
Fatto sta che sabato sera in piazza c’erano parecchie persone a quella inaugurazione e non è infrequente vedere, in questi giorni, gente di ogni età fermarsi davanti a quella statua per dire una preghiera. C’è la libertà di protestare, c’è quella di essere devoti. E di devozione ha parlato nel suo discorso il sindaco Franco Palazzo nell’accogliere il monumento. Che sarà di impatto visivo inadeguato secondo alcuni, o di inadeguato rispetto nei confronti dei non credenti secondo altri, ma ora c’è e ai fedeli la cosa piace”.
A questo punto chiunque si incazzerebbe…