“Giù le mani dall’asino di Martina Franca”

Grande scalpore hanno suscitato le vicende dei quasi duecento asini custoditi a Masseria Russoli, ma forse ci sono altri interessi dietro tanta premura equina

La maestra delle elementari ci faceva tagliare del cartoncino e con questo facevamo un cono e due orecchie lunghe da appiccicare sopra. Era il cappello del ciuco, dell’asino, che si doveva mettere in testa l’ultimo della classe. Non è un bel ricordo, risveglia antichi timori, quello di non essere adeguato, pronto, intelligente. Vedendo gli asini della masseria Russoli, in una soleggiata mattinata di marzo, sono stati questi i primi pensieri venuti in mente. Guardare questi animali che da settimane hanno scatenato un’accesa bagarre politica a Martina Franca, con il coinvolgimento nientepopodimenochè di Striscia la Notizia, mi ha fatto pensare ai tempi della scuola, in cui essere “ciuccio” era un problema. Ora invece su internet e sui giornali, si fa a gara per dimostrare chi è più amico dell’orecchiuto animale.

Quello che sta accadendo, in sintesi, è che il centro di salvaguardia dell’asino martinese, presso la masseria Russoli, non si capisce da chi deve essere gestito, la Regione pare faccia orecchie da mercante e intorno iniziano a girare i soliti avvoltoi pronti a cibarsi dei cadaveri. Nel 2005 la Giunta Regionale decide di non rinnovare la convenzione che da dieci anni dava al Corpo Forestale la gestione della struttura. Durante questo tempo la Forestale affidava il controllo e la cura degli animali a una coppia di custodi e ad alcuni operai. Essi garantivano che tutto si svolgesse per il meglio e la Forestale nel frattempo provvedeva ai lavori di restauri e di mantenimento della struttura. Nel 2007 scade l’ultima convenzione, gli operai tornano a casa e alla masseria rimane solo la coppia di custodi, che nel centro, appunto, abitava. La Regione decide allora di dare al Centro Incremento Ippico di Foggia la cura della Masseria, ma non si esprime sulle sorti dei due custodi che, per legge, sarebbero dovuti passare automaticamente alla cooperativa di Foggia. Questo stava per accadere, se non fosse che, il signor Marangi, in attesa di risposte dalla Regione, si era rivolto all’avvocato Terrulli, che gli aveva consigliato di non accettare la proposta di assunzione, seppur di tre mesi, fatta dalla cooperativa. Quindi scoppia il caso: l’avvocato chiama i giornalisti, che giustamente si avventano sull’osso riportando quanto stava accadendo. Insieme a loro si avvicina al caso, paladino di giustizia, il consigliere comunale Paolo D’Arcangelo, facendo sua la questione. Viene tirata in ballo la Regione che, senza alcun rimorso, preferisce far morire gli asini invece che occuparsi della faccenda. Nel frattempo i due operai che lavoravano lì hanno perso il posto e il custode e la moglie rischiano di essere sfrattati e, come a suggellare il momento di crisi della questione, un asino decide di morire impantanato nel fango. In un’interrogazione consiliare fatta da Nino Marmo di AN, l’assessore Russo risponde che l’asino sia morto di vecchiaia, mentre secondo i veterinari è morto di polmonite causata dal grande freddo che faceva in quel periodo. Non solo, ma l’assessore dice che la vicenda è stata montata ad arte. La domanda è da chi e per quale motivo.

Se lasciamo un attimo da parte la strumentalizzazione politica da parte di qualche consigliere comunale, la vicenda appare abbastanza ingarbugliata: la masseria fa gola a molti e che la Regione si riservi il ruolo di gestirla crea problemi. Senza nulla togliere alla vicenda in sé, cioè che la mancanza di manodopera mette a dura prova l’esistenza della comunità asinina, gestire un posto del genere significa poter accedere a una quota cospicua di soldi pubblici. Nel frattempo, a parte il gruppo nato su Facebook che domenica organizza in piazza una raccolta firme per chiedere, in soldoni, che la gestione della masseria passi dal pubblico al privato, su internet ci sono alcuni forum tematici in cui ci sono notizie più concrete. In una dichiarazione rilasciata da D’Arcangelo a Cronache Martinesi, si legge che sarebbe stato meglio affidare Russoli e gli asini a chi non avrebbe permesso loro il deperimento. Interpellato sull’argomento, dice di non avere nessuno di preciso in mente, ma che sarebbe meglio una società privata. I nomi possiamo provare a farli noi: il primo è Onos, una società con sede a Palagiano che si occupa di commercio di latte di asina, con cui, nel 2007 il comune di Crispiano aveva stipulato un protocollo di intesa per un non specificato programma di interesse collettivo alla masseria Russoli. Il secondo nome è quello dell’ Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo delle Murge e dell’Asino di Martina Franca, che si dice disposta ad appropriarsi del centro e che, fondamentalmente, la gestione che avveniva fino a pochi anni fa era migliore: gli allevatori avevano in comodato d’uso le fattrici e poi potevano tenersi i puledri. Se proviamo a tirare le fila della vicenda abbiamo da un lato una comunità di asini che non può essere gestita da due sole persone e dall’altro invece alcuni avvoltoi pronti a cibarsi dell’osso. Ma per farlo, la Regione deve farsi da parte, deve essere spinta a lasciare. In questo interviene la stampa e Striscia la Notizia, che non fa altro che alzare il polverone, per nascondere meglio il volo degli avvoltoi che si fa sempre più basso che, naturalmente, non hanno alcun interesse ad inimicarsi l’ente pubblico. A questo punto, ci chiediamo, a chi si riferisca realmente il nome del gruppo nato su Facebook “Giù le mani dall’asino di Martina Franca”.

Arrivati alla masseria, un gruppo dei 181 asini ospiti, pascolavano placidamente nell’erba tagliata di fresco, alcuni stesi a sonnecchiare e altri invece a mangiare i germogli degli ulivi. Alla vista del cronista e della macchina fotografica, sono scappati impauriti, segno questo che tutto l’interesse suscitato dalla vicenda, li ha infastiditi un po’.

29 thoughts on ““Giù le mani dall’asino di Martina Franca”

  1. finalmente leggo qualcosa di serio su questa vicenda
    non se ne poteva più di avvoltoi che sollevavano polveroni per meglio nascondersi allo sguardo altrui

  2. Mi spiace non poterti chiamar per nome, ma non vedo firme da nessuna parte.
    In prima persona ho contattato tutti i personaggi che in un modo o nell’altro sono “coinvolti” nella vicenda di Russoli, quindi accetto la mia parte di ringraziamenti per quel che hai potuto leggere sul forum di Raglio. Sono Dontthinktwice.
    Posso chiederti con chi personalmente hai parlato tu?, Sei riuscito a capire chi sono i signori della Onos di Palagiano? Il veterinario Palmisano da dove salta fuori? Hai contattato Vito Ricci? Sulla stampa locale chi, oltre a Quero si sta occupando di questa faccenda? Sai che proprio lunedì scorso Giuseppe Pane ha detto a una persona, in visita a Russoli, che il comodato d’uso delle fattrici è ancora in uso? Dato che sei in zona e ti è molto più semplice muoverti, non potresti fare un’indagine sui libri di carico e scarico degli animali: noi li abbiamo chiesti al dirigente dell’Ufficio Zootecnia Filippo Nico il quale risponde che non ci sono più carte e documenti che rigurdano la scorsa gestione. Il sospetto è che ci sia (e ci sia sempre stato) un traffico sommerso di animali. E non solo con allevatori locali.
    Devi scusarmi la franchezza, ma non hai aggiunto una virgola di novità a tutte le cose che avevamo già scoperto noi: gli asini ora stanno bene, una persona esperta e affidabile ce l’ha confermato (e non sono per nulla ombrosi come dici tu), noi vorremmo evitare che la politica possa in futuro danneggiarli

  3. cara Attilia, sono convinto di non aver aggiunto nulla di più al caso, ma il mio è un pezzo introduttivo. sicuramente in controtendenza con tutto quello che finora è stato scritto. mi sono permesso di postare sul vostro forum proprio per ringraziarvi, mica per dare una mano per la faccenda. da ora invece inizia il mio lavoro investigativo, dato che c’era bisogno di mettere un freno alla follia populista di quelli che stanno strumentalizzando la vicenda. perchè, in sostanza, in questa storia si parla di asini, masserie pubbliche e un sacco di soldi. le cose che dici tu sono gravi, ma che stai sicura che indagherò.

  4. Massimiliano, col forum di Raglio ho chiuso. Me ne sono venute solo amarezze e un fraintendimento totale. Ho raccolto molto dati su questa vicenda, ma davvero, a questo punto, preferirei comunicarteli privatamente.
    Se scrivi alla mia mail possiamo combinare di sentirci telefonicamente.
    Comunque no, Palmisano non è affatto l’operaio di Russoli: una persona li ha incontrati tutti e due. E l’operaio di Russoli, per il rapporto che è stato constatato avere con gli asini, fa il suo lavoro egregiamente e di asini ne sa eccome. Palmisano invece…

  5. e vai con la carboneria!
    alla luce del sole mai eh?
    troppo democratico, meglio essere tutti allineati come un solo manipolo.
    nessuno ti ha mai cacciata via da raglio.com, è solo che non sei abituata a dialogare: hai semplicemente trovato gente che non la pensa come te, cose che capitano.
    mi rendo conto che con la comunicazione privata nessuno ti può contraddire….ma ricorda che nessuno ti ha mai tappato la bocca.
    ti saluto.

  6. Egregio signore
    mi spiace non poterla chiamare per nome ma “officinanarrativa” non è per me la firma di un “giornalista” (mio padre lo era e firmava sempre per esteso i suoi pezzi, sicuramente firmava quelli che potevano essere considerati più “scomodi”… su giornali a grande tiratura nazionale in uno dei quali era corrispondente di provincia.

    Sono uno degli amministratori del gruppo “salviamo l’asino martinese” e per avere da me informazioni sarebbe stato sufficiente contattarmi su facebook, … o semplicemente digitare il mio nome sui motori di ricerca.

    …Ma non è così che “indaga” evidentemente… o forse non è interessato ad indagare più di tanto?
    Meglio prendersela con l’Avv. D’Arcangelo.
    Posso chiederle io : “Perché?”

    Tanto per essere fuori dal coro, le faccio notare che sta sparando a zero senza nemmeno prima informarsi su chi stia sparando. (o la fucilata doveva essere per l’Avvocato solamente visto che solo lui è stato nominato nell’articolo che lei sta pubblicizzando ovunque?)

    Per quanto mi riguarda… lei sta “sparando sulla crocerossa”, come si dice dalle nostre parti.

    Se desidera un confronto corretto sono disponibile a fornirle ogni informazione.

    Se al contrario desidera anche lei avere un momento di notorietà parlando in questi giorni di asini (dei quali credo non sappia molto, tanto che nel suo articolo collega alle parole asini i cappelli e qualcosa che mi sembra più collegato ad un suo problema relazionale d’infanzia irrisolto che non al benessere animale) in tal caso non abbiamo più nulla da comunicarci e scriva pure, come tanti altri, tutto quello che desidera.
    Per fortuna viviamo in un Paese in cui c’è libertà di parola! (per ora)

    Mi presento comunque come “asinara” e le comunico che ho organizzato, da sola, con l’associazione di volontariato Ofelia ONLUS di cui sono presidente, il primo convegno nazionale scientifico sull’asino a Grosseto (2005) ho coorganizzato il secondo di Palermo (2006) lavoro in onoterapia da sei anni ed ho 4 asine martina franca, scartate dalla Masseria Russoli (quindi “difettose” ,per spiegare meglio, che non valgono nulla se non “a peso” perché potevano essere macellate). Asine che mi sono impegnata – in forma scritta e con accordi scritti depositati all’Istituto di Incremento Ippico, ad accudire, curare e far vivere in stato di benessere per tutta la durata della loro vita, utilizzandole per scopi sociali.

    Sono disposta a venire a prendere subito anche uno stallone maschio, sempre scartato, sempre con possibile destinazione macello (dato che 81 animali dovranno andar via dalla Masseria Russoli) perchè sono innamorata di questa razza e dato che ho solo femmine, sarei felicissima di far nascere asini martina franca, non destinati alle fiere o alle mostre mercato ma alle nostre attività con persone disagiate per le quali sono “animali dottori” fantastici!!!

    Troverà alcune informazioni su di me e che potranno chiarirle “chi c’è dietro il gruppo salviamo l’asino martinese” in questo vecchio sito.

    http://unanimaleperamico0.tripod.com

    Spero che leggendo e guardando le foto sarà in grado di capire quanto io sia “speculatrice”

    distinti saluti

    Dott. M.Patrizia Latini – Grosseto

  7. Egregio signore,
    posso chiederle per quale motivo non sia stato pubblicato il primo post che le ho inviato?
    Grazie per una sua cortese risposta.

    Dott.ssa Maria Patrizia Latini
    amministratore gruppo “salviamo l’asino martinese”
    presidente della Associazione Ofelia ONLUS di Grosseto

  8. Egregio signore
    (mi perdoni il “signore” ma non ho trovato il suo nome e cognome; mio padre era giornalista, redattore capo e firmava tutti i suoi articoli…)

    posto di nuovo, spero con maggior fortuna, alcune mie considerazioni su quanto è stato scritto, pubblicato e pubblicizzato.

    Chi ha scritto l’articolo ha dato dell'”avvoltoio”, nel mio caso, ad una persona ultra cinquantenne, con handicap a seguito di infortunio sul lavoro e che vuole bene agli asini di Martina Franca perché ne ha 4 che utilizza, con la propria ONLUS, a titolo di volontariato puro, per attività di onoterapia, senza guadagnarci da anni nemmeno un euro, mantenendoli totalmente a proprie spese con i pochi soldi che ha.

    L’unico mio interesse è quello che gli animali che amo siano salvaguardati e possano stare bene.

    Vivo quasi a 1000 km di distanza e non posso conoscere i particolari delle vicende dell’Azienda Russoli, ma ritengo che l’obiettivo di una piena tutela degli asini non possa che essere condiviso da persone di qualunque credo politico purchè dotate di cultura e sensibilità umane.

    L’avermi dato dell’avvoltoio o è stato un colossale abbaglio, nel qual caso esigo le scuse, oppure non può che far pensare al detto: “il bue dà del cornuto all’asino”.

    Cordiali saluti

    M.Patrizia Latini

  9. Massimiliano, porta pazienza, rispondo alla Vale di Raglio.com da qui perché ormai è una persecuzione.
    Migliaccio, sei disonesta e ambigua e bugiarda: non sono insulti ma considerazioni che traggo dal tuo comportamento e te le spiego:
    – hai offerto soldi a chi volesse andare a Vedere a Russoli, e quando è stata accolta l’offerta hai declinato facendo un’analisi psicologica a distanza di Amsterdam.
    – ti ho chiesto aiuto, dopo che avevi pubblicato il documento del comune di Crispiano sull’accordo con la Onos , per seguir quella pista, ma non l’hai fatto, dicendo in seguito che non capisci di carte.
    – mi hai scritto “E non mi hai risposto neanche sulla mancata messa in onda del servizio di striscia la notizia tanto strombazzato…bloccato dai servizi segreti deviati? L’avevo detto io che questa era un spy story!” poi hai dato tu stessa la notizia dell’andata in onda, ma ti sei ben guardata dallo scusarti di quei sospetti
    – hai cominciato a sospettare di Quero, a giurare che scrive bugie, ti ho detto che se un giornalista scrive bugie viene querelato, come tutti sanno. Sei andata avanti a dire che è un pennivendolo.
    – hai infilato aggettivi offensivi e coloriti senza mai darmene spiegazione: io, dei tre che ho speso per te, unicamente in questa sede (beh, sul forum una volta ti ho detto “nevrile”, a onor del vero), ti sto rendendo conto.
    – hai scritto: “sai che c’è dontthinktwice? che a questo punto di quello che PUOI o non PUOI credere TU, non me ne frega assolutamente niente, neanche di quello che pensi TU” e ora vuoi che io democraticamente continui a esporre i risultati della mia ricerca sul forum
    – hai scritto “Su tutte le notizie da te postate, son tutte voci, un assordante nulla, cose non riscontrabili, l’unico documento è quello del VET Ricci e la vertenza sindacale da cui tutto è partito, tra l’altro causa persa.” e ora mi accusi di carboneria, alla luce del sole MAI. Tutte le notizie/mai?
    – hai scritto “Ti pregherei di non disturbarmi più e di non tirarmi più in mezzo, lo trovo di cattivo gusto.” ti ho risposto di evitare i miei post e poi non ti ho più risposto, ma tu ancora mi insegui e cerchi la provocazione.
    – hai scritto “…e spala un po’ di merda di somaro, ogni tanto, farebbe bene a te e soprattutto a LORO, il resto sono chiacchiere” ho raccolto el anciato l’idea per una settimana di lavoro gratuito a Russoli, tutti assieme, ma nessuno s’è fatto avanti.
    – hai scritto, riferendoti a me “A queste provocazioni di bassa lega, al limite della denuncia per calunnia, mi viene difficile non replicare, anche se sarebbe sicuramente più saggio non prenderle in condiderazione e non rispondere.” e invocando ElCholo di moderare, ma ElCholo non ha mai moderato, ha solo censurato un post di Raglia pieno di volgarità. E continui a dire che la chiudi, che la chiudi, che la chiudi, ma, per non avendo niente di nuovo da aggiungere sulla vicenda Russoli sei andata avanti, specialmente su AD a sbertucciare.
    – hai complimentato Massimiliano per “la qualità della discussione e le INFORMAZIONI che si veicolano, come hai fatto tu, il primo che, riportando in presa diretta, mi fa intuire onestà intellettuale.”, ma sei venuta qui, sul suo blog non per discutere con lui, ma di nuovo per attaccare me.
    – ora è inutile fare macchina indietro, dal forum sono stata invitata ad andarmene (questo è Ragliacon: “Credo che ormai sia chiaro che queste sono provocazioni,se la ignoriamo si stancherà presto di scrivere cazzate e cercherà altrove.”), anche questa sera stessa. Tappare la bocca ci mancherebbe, nessuno può farlo, né io, né tu, né altri, ma sul vostro forum io non ho ricevuto una sola risposta a tutte le domande che ho fatto, non ho imparato una virgola, né degli asini, né della vita.
    Mi sono permessa di occupare tutto questo spazio di Massimiliano per motivi che non lo riguardano né lo interessano, ma spero che mi saprà scusare.

  10. mi scuso con massimiliano per l’intrusione in questo bel blog e non replico alla signora mazzola, non vorrei far diventare anche questo luogo un pollaio. è tutto scritto su asinodays e raglio.com per chi ne fosse interessato.
    continuerò a leggere i tuoi articoli con interesse.
    ciao
    valentina

  11. per la dott.ssa Latini:

    Officina Narrativa è il blog dove pubblico gli articoli che escono su altre testate, e se Lei avesse scorto con attenzione il sito si sarebbe accorta che il mio nome è Massimiliano ecc.. Se lo desidera posso anche darle altri riferimenti ma, desumo da quanto ha scritto, che è una persona seria e non ne ha bisogno. Mi sento in dovere di risponderLe punto per punto:

    1) Il suo primo post non è stato pubblicato perchè probabilmente troppo lungo o cos’altro non so, aveva bisogno di approvazione e così è stato.

    2) Mi firmo sempre con nome e cognome.

    3)Mi dice, insultandomi appena appena, che per avere informazioni, avrei dovuto contattarla su Facebook. Ma informazioni di che tipo, dato che lei stessa ammette: “Vivo quasi a 1000 km di distanza e non posso conoscere i particolari delle vicende dell’Azienda Russoli”?

    4) Quando parlo di avvoltoi, non mi riferisco alle migliaia di persone che come Lei partecipano alla discutibile iniziativa messa in piedi dall’Avvocato, come lo chiama Lei, ma ai grossi interessi di aziende private che considerano l’asino animale da latte e da carne.

    5)Considero l’azione di D’Arcangelo una pura strumentalizzazione politica, fatto comprensibile e non condivisibile, perchè, pare dai vari documenti di cui sono in possesso, che tutto si vuole dalla Masseria Russoli, fuorchè la tutela degli asini.

    5) Considero il gruppo nato su Facebook un modo per carpire la buona volontà e la buona fede di centinaia di persone che non sanno nemmeno quante zampe ha un asino.

    6) Sono aperto a qualsiasi critica, ma solo se essa è costruttiva e serve per completare l’inquietante quadro che è bastato smuovere appena una virgola che si è venuto a creare.

    Sono certo che Lei saprà comprendere le mie parole e spero che non me ne voglia se prima di firmare una petizione strana ho verificato alcune cose, e da quello che ho trovato è uscito fuori l’articolo…

  12. http://www.extramagazine.eu/extrag.pdf

    pagina 14

    …Ho finalmente trovato il suo nome sig. Massimiliano ecc… ed ora nel blog e nella mia casella di posta elettronica anche una sua risposta ai messaggi che le ho inviato.

    Le comunico che non è la risposta che mi aspettavo per cui correttamente, come faccio sempre, le invio un mio feedback per consentirle di capire, se lo vorrà, che possono esistere altri punti di vista, quelli che pensano come me per esempio e spiegarle che siamo persone in grado di farci una nostra opinione e che questa, come la sua, deve essere rispettata e compresa.

    Le ripeto: non si può sparare sulla Croce Rossa giustificandosi poi con la scusa di non sapere chi ne faccia parte!

    Scriverò contestualmente al direttore della testata che ha pubblicato il suo articolo in quanto ritengo che non solo io ma tutte le persone iscritte nel gruppo di facebook “Salviamo l’asino martinese” sino state pubblicamente accusate di essere “avvoltoi pronti a spolpare l’osso e “persone che non sanno neppure quante zampe ha un asino”cosa assolutamente scorretta.

    Sono Mediatore di Conflitti per cui non accetterò un “botta e risposta”, inutile per noi e per chi dovesse leggere i nostri messaggi.

    Preciso che quello che lei sta facendo non mi sembra un agire diretto al bene comune, comprendendo in questo concetto anche la salvaguardia e l’adeguata tutela degli asini della Azienda Russoli, ma “altro” che forse essendo troppo lontana non comprendo ma che, le assicuro, non mi interessa comprendere e penso questa sia l’opinione di tutti gli iscritti al gruppo, salvo persone che vivendo nel suo Paese, decideranno di chiarire l’argomento.

    Amo gli asini, quelli di Martina Franca, i “miei asini” che mi hanno salvato la vita a 5 mesi, nei quali vedo i giganti buoni e tenerissimi, gli animali sacri che hanno portato Cristo e Sua Madre, che hanno portato i mattoni e l’acqua per costruire tutte le case delle antiche civiltà del mediterraneo della quale facciamo parte, che hanno portato la legna per scaldare tante famiglie… potrei continuare all’infinito ma non è questo il luogo ed il momento per farlo.
    Chiedo la loro tutela, quando oggettivamente questa non è posta in essere in un centro pubblico che dovrebbe occuparsi come dovuto di questa meravigliosa razza. Punto.

    Le faccio notare che, inserito nel testo dell’articolo pubblicato su Extramagazine (pur comprendendo che l’immagine possa essere “emblematica” e “d’effetto”, più collegata a quei cappelli di sua antica memoria) non c’è la foto di un asino di razza Martina Franca; avrebbe potuto (ed a mio avviso dovuto) considerare anche questo particolare… è una questione di “professionalità”…
    a proposito: è iscritto come pubblicista o professionista? Sa, molte persone che ho incontrato si definiscono “giornalisti” per il semplice fatto di aver visto pubblicato un loro articolo o di poter parlare dai microfoni di una radio privata. Ritengo ancora il giornalismo una professione molto seria e ripensando a mio padre “una missione”… un “percorso di onestà e di chiarezza” con sè stessi e con gli altri, soprattutto con i lettori… ma questo lo chiariremo meglio, deontologicamente, con il direttore di testata.

    feedback che desidero darle rispettando i punti da lei specificati:

    1 ringrazio per l’integrale pubblicazione del mio primo post
    2 apprezzo il fatto che abbia pubblicato l’articolo su Extramagazine con la sua firma completa
    3 essendosi dichiarato “investigatore” per “scoprire” chi fossero i fondatori e gli amministratori del gruppo “salviamo l’asino martinese” ritengo ancora oggi che la cosa da far più semplice per comprenderlo sarebbe stata quella di contattare le persone che figurano, nelle relative caselle di amministratori e responsabili e gli altri, volendo, essendo tutti iscritti con il loro vero nome e con possibilità di essere contatti per email. Anche cercando in internet avrebbe potuto trovare molte informazioni su di loro… ne avrebbe trovate tante che le avrebbero almeno consentito di non insultare, genericamente e senza alcun motivo, tutti e di capire che nel gruppo non ci sono “aziende private e persone che rappresentano grossi interessi” come lei ha scritto.
    4 “Quando parlo di avvoltoi, non mi riferisco alle migliaia di persone che come Lei partecipano alla discutibile iniziativa messa in piedi dall’Avvocato, come lo chiama Lei, ma ai grossi interessi di aziende private che considerano l’asino animale da latte e da carne.”

    Sono amministratore del gruppo, quindi ho contribuito anche io, molto, a “mettere in piedi l’iniziativa”… quindi lei anche di me.
    L’iniziativa ha scritto è “discutibile”, dando un giudizio negativo; avrebbe dovuto precisare che questa è una sua opinione, non una “realtà” tipo: io vi svelo gli scheletri nell’armadio del gruppo! Può esprimere opinioni ma non forzare i lettori a credere che quella sia la “verità”… questa potrebbe essere manipolazione…
    Dal mio punto di vista chi agisce in questo modo subdolo, non chiaro e trasparente, presume che le persone (che leggono in questo caso) siano incapaci di farsi una propria opinione e di capire…
    Nel gruppo non abbiamo fatto questo, abbiamo chiesto solidarietà per asini denutriti, con problemi di salute, che stavano morendo in un mare di fango… e non mi sembra che le foto inserite nel giornale che ha pubblicato il suo articolo con foto a colori mostrino asini in prati con erba alta e margherite! Quello che oggettivamente c’è nelle foto è un asino, da solo (poverino, sono animali che amano vivere insieme), strigliato, tirato a lucido, ben nutrito… che non si sa bene da dove provenga (forse era fino ad ora nel calduccio di qualche stalla… mi consenta di poter esprimere liberamente qualche dubbio creatosi spontaneamente tra i miei tanti pensieri… dato che non ci sono più documenti nè credo gli asini siano marchiati e microcippati…) e sempre nel fango!

    Nel gruppo “Salviamo l’asino martinese” ognuno è stato invitato a leggere quanto si stava scrivendo in questi mesi in diversi giornali, sono stati invitati ad andare sul posto per potersi rendere conto della situazione e chi lo avesse desiderato poteva iscriversi per formare un gruppo e chiedere con tante voci, non solo con quelle di alcuni “asinari”, animalisti o addetti ai lavori relativamente al benessere animale, la tutela degli asini, soprattutto per chiudere la strada del macello che abbiamo visto si stava aprendo per gli 81 asini che professori universitari (di agraria, stanamente, non di veterinaria) hanno dichiarato pubblicamente dovranno essere, non si sa come, “eliminati” e portati via dall’Azienda Russoli.
    Ogni persona che ha aderito è stata libera di fare quello che ha ritenuto opportuno in base al proprio sentire ed alla propria coscienza.
    In riferimento al suo discorso, “misto”, su latte, carne e grosse aziende sono “altri problemi” etici sull’utilizzo e forse in alcuni casi è più opportuno dire sfruttamento degli asini. Non è un discorso collegato agli asini Martina Fanca, è un problema complesso sul quale si discute da anni del quale però non ci siamo fatti carico nel sito “salviamo l’asino martinese”. Ci sono altri forum e blog in cui questo viene discusso da chi vuole esprimere la propria opinione.
    La razza Martina Franca è in periodo post-riproduttivo = in estinzione. Non deve estinguersi, specialmente se una Regione ha creato un centro di tutela per la riproduzione e la salvaguardia proprio per evitarlo. Certo se gli asini stanno male, nascono puledri rachitici, le madri non riescono a produrre latte, ci sono difficoltà di riproduzione per monte non controllate che hanno portato a gravi problemi di consanguineità… la situazione ammetterà non è quella ideale.

    Questo è un problema che riguarda tutti, in qualunque Regione o Paese vivano… ha presente quella “storiella” della farfalla che batte le ali nella foresta amazzonica?… Per molte persone è una verità da far comprendere a tutti. Gli asini non sono farfalle… diciamo che hanno mosso le orecchie… è la stessa cosa, sta accadendo qualcosa anche da altre parti e non solo in Puglia.

    5″Considero l’azione di D’Arcangelo una pura strumentalizzazione politica”
    Le rispondo che lei ha diritto di avere le sue opinioni, come tutti. Questo argomento al punto 4 non riguarda il gruppo, del quale faccio parte e penso che l’Avv. D’Arcangelo sia perfettamente in grado di rispondere personalmente a quello di cui lei lo ha pubblicamente accusato.

    6″Considero il gruppo nato su Facebook un modo per carpire la buona volontà e la buona fede di centinaia di persone che non sanno nemmeno quante zampe ha un asino”
    Penso di averle già risposto, correttamente ed educatamente come è nel mio stile.

    6 “Sono aperto a qualsiasi critica, ma solo se essa è costruttiva e serve per completare l’inquietante quadro che è bastato smuovere appena una virgola che si è venuto a creare”

    Per il mio lavoro e per le attività di volontariato che svolgo non ritengo la critica un elemento positivo da utilizzare; a nessuno piace essere criticato, anche se chiede ad altri di farlo…
    Personalmente cerco di aiutare le persone, in genere, a fare qualcosa che non riescono a fare da sole, dato che mi occupo di onoterapia e di relazioni di aiuto. Nel mio lavoro di Mediatore mi metto in gioco per consentire agli altri di capire quello che stanno facendo a se stessi e soprattutto agli altri. Per quanto possa sembrarle apparentemente strano li aiuto a rispettare i “nemici” perché solo questo è costruttivo e porta a cambiamenti positivi per tutti.

    Infine le comunico che non sono in grado di comprendere cosa lei definisce “inquietante quadro” ,dato che la sua visita a Russoli le ha consentito di vedere solamente asini che pascolavano placidamente nell’erba tagliata di fresco… (dove per favore?) e non posso quindi risponderle.
    Le preciso però che gli asini sdraiati… salvo non si stiano “grattando la schiena per pochi minuti” o non siano redi (cioè asinelli che dormono vicino alla madre molto spesso nei primi giorni di vita)… stanno male.
    Il “benessere” degli asini si vede da lontano, forse, solo se questi stanno in piedi e… camminano bene. Un’ultima curiosità: le mie asine mangiano rametti di ulivo quando non c’è altro… ma forse le mie asine, come me, sono speciali. Da vicino ci sono altre piccole “cosucce” da considerare per vedere se un asino sta bene ma questo lasciamolo fare agli esperti, per favore!

    Signor Martucci… gli asini “non decidono di morire”… muoiono di sete, di fame o di malattia e in certi casi essere “ciuccio” e non persona è proprio un problema…

    Le regalo una frase di Garibaldi

    Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini,
    dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete;
    correre in loro aiuto se estenuati dalle fatiche,
    questa è la virtù più bella del forte verso il debole
    Giuseppe Garibaldi

    Cordiali saluti

    Dott.ssa Maria Patrizia Latini
    Amministratore gruppo Facebook e promotrice/firmataria della petizione “Salviamo l’asino martinese”.

  13. non so che dirle, Dott.ssa Latini, non capisco perchè se la prende con me che ho scritto una storia da un diverso punto di vista appellandosi poi alla libertà di pensiero. Mi chiede se sono pubblicista, giornalista, o quant’altro, ma non capisco cosa c’entri questo con il fatto che ho raccontato. Se vuole essere utile alla costruzione di un quadro completo, ben vangano i suoi consigli, se invece vuole solo demolire chi non la pensa come Lei, lo faccia pure. Mi spiega come è possibile distinguere il gruppo nato su Facebook dalla strumentalizzazione politica di D’Arcangelo dato che oggi in piazza intorno a lui e a un asinello che non c’entrava nulla con quelli di Russoli, c’erano schierati i giovani di AN – Pdl e dell’UDC?

    inoltre, e concludo, capisco che le parole hanno il vizio di poter essere interpretate, ma gli avvoltoi non sono, secondo me, quelli del Gruppo, ma coloro che il Gruppo lo stanno usando per i loro fini. Non ho mai dubitato della buona fede vostra, fino a prova contraria e non ho intenzione di farlo.

    Lei cita Garibaldi, io cito Totò: S’informi…

  14. Acc…mancava la emme all’inizio,adesso ci siamo.

    Ero curioso di sapere quanto stanzia la regione per la gestione della masseria e il mantenimento degli asini,credo che sia una cosa importante da sapere .
    P.S. adesso che ho capito come si fà scrivo piu spesso.ciao

  15. Dottoressa Latini,guardi che quello che lei dice è sbaglito “Le preciso però che gli asini sdraiati… salvo non si stiano “grattando la schiena per pochi minuti” o non siano redi (cioè asinelli che dormono vicino alla madre molto spesso nei primi giorni di vita)… stanno male.”

    I miei asini stanno spesso sdraiati al sole a riposare,soprattutto tre,un castrone e due femmine e le assicuro che stanno benissimo,sono con me da anni e l’han sempre fatto. Legga “L’Asino , il Mulo , il Bardotto” di Raffaele Baroncini a pag. 63 , vedrà che ho ragione.

  16. creative commons e facebook sono in antitesi, nalla prima si condivide e si mette il proprio ingegno a disposizione di tutti, nella seconda si porta nella tana il “bottino” preso altrove per dividerlo e vivisezionarlo con i propri sodali.
    imho

  17. Egr. Sig. Massimiliano Martucci,
    mi consta che dopo le improvvide accuse sparse di qui (blog) e di là (forum e testate varie), Lei abbia fatto il giro della città di Martina Franca facendo ammenda pubblica delle sue dichiarazioni diffamatorie, calunniose e ingiuriose nei confronti di quanti – come il sottoscritto, il Dott. Pietro Palmisano e tanti, tantissimi amici – non amano (come Lei) far salotto leggendo le genuine intraprese di altri per investigarne improbabili scopi reconditi.
    Il sottoscritto, il Dott. Pietro Palmisano e tanti, tantissimi amici amano la loro città, non vivono quotidianamente la cultura del sospetto ad ogni costo, credono a quel che vedono e si adoperano per cercare di migliorare le condizioni di vita dei loro simili e anche dei loro non simili, soprattutto quando questi sono patrimonio da tutelare, difendere e salvaguardare come gli asini “Martina Franca”.
    La Sua è stata una voce stonatissima, molto diversa dal grido di dolore che il 19 febbraio scorso abbiamo raccolto dalla Gazzetta del Mezzogiorno, rilanciandolo sulle pagine di Facebook e poi attraverso le telecamere di Mediaset.
    Lei ha scritto che la stampa ha sollevato un polverone. Mi vien riferito che Lei non è un giornalista e quindi comprendo il Suo volersi distinguere dalla “stampa”; ma la prossima volta faccia un’analisi serena e scevra da pregiudizi nei confronti delle persone e del loro impegno politico.
    In cuor mio, pur non conoscendoLa, son convinto che se in piazza ci fossero stati i centri sociali a difendere gli asini, Lei sarebbe stato tra i primi firmatari della petizione.
    Sappia, allora, che tra i primi firmatari di quella petizione ci son stati un consigliere regionale del PD e un assessore provinciale del PD. Sono stati i benvenuti e hanno appiccicato al bavero delle loro giacche l’adesivo SALVIAMO L’ASINO MARTINESE.
    E sappia che entrambi, il consigliere regionale e l’assessore provinciale PD, come noi, erano stati testimoni oculari delle condizioni di Russoli ai tempi del servizio di Striscia, quando ancora Lei faceva salotto sui blog, piuttosto che infangarsi le scarpe negli escrementi degli asinelli smagriti e zoppicanti di Russoli.
    Poi la Regione Puglia è corsa ai ripari, è uscito il sole, sono arrivati sacchi di mangime, sono stati ripuliti i recinti e pure gli asini, e Lei ha deciso di farsi una passeggiata a Russoli: e ha visto che gli asinelli pascolavano placidamente…
    Se mai un giorno dovesse fare l’inviato di guerra, ci vada a operazioni in corso, altrimenti per Lei sarà sempre tutto un pascolare placidamente…
    Ho saputo dal Suo Editore che Lei ha 19 anni. Le auguro di finire gli studi e di leggere la Sua firma su testate giornalistiche importanti. Ma fino ad allora non usi noi come cavie, porti rispetto alle persone che come il sottoscritto, il Dott. Pietro Palmisano e tanti, tantissimi amici preferiscono preoccuparsi degli ultimi asini “Martina Franca” rimasti al mondo, piuttosto che – come altri – industriarsi per costruire stazioni di servizio carburanti nella Valle dei Trulli o per tassare fino allo spolpo i cittadini allo scopo di finanziare gli incarichi pubblici a parenti e amici.
    Se poi vuol fare fin d’ora una cosa buona e giusta, si preoccupi di capire che fine vogliono far fare agli asini scartati da Russoli perchè “inabili” alla riproduzione o piuttosto perchè bisognava solo ridurne il numero perchè, così tanti, costan troppo al Centro di incremento ippico di Foggia che vuol gestire i fondi regionali lasciando a Russoli le briciole e ad altri le braciole.
    Infine, legga la proposta di deliberazione presentata dal sottoscritto all’attenzione del consiglio comunale di Martina Franca e la stessa petizione popolare. Se avesse avuto la bontà di leggerle, avrebbe da tempo appurato che la volotà che esse esprimono è quelle di affidare la gestione di Russoli al Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con l’Associazione Nazionale del Cavallo murgese e dell’asino Martina Franca, ovvero a enti e università.
    Sù, vada e leggerle.
    Lette??
    Bene, adesso mandi la Sua adesione on line alla petizione. Fa ancora in tempo per aggiungersi ai tremila che l’hanno preceduta e che vanno giustamente orgogliosi e fieri della loro “pesante” sottoscrizione.
    Non attendo un Suo cenno di riscontro perchè non lo gradisco.
    Saluti
    Paolo G. D’ARCANGELO

  18. Questa mia nota è solo per fare un po’ di chiarezza su alcune inesattezze espresse dal sig. D’Arcangelo nella nota del 23 marzo u.s.
    1. Gli asini scartati dalla selezione non corrispondenti alle caratteristiche morfologiche della razza non andranno al macello ma saranno “donati” in comodato ad Enti, Associazioni etc. che nel frattempo ne hanno fatto richiesta ( e ve lo posso assicurare che di richieste ce ne sono tante). Infatti sui passaporti la destinazione finale sarà NON DPA ( non destinati all’uso alimentare).
    2. Gli asini di Russoli non sono gli unici asini di razza Martina Franca presenti sul territorio nazionale. Infatti dai dati delle ultime rassegne risultano (e parlo solo di soggetti in selezione) circa: n. 320 fattrici, n. 45 stalloni e n. 197 puledri. Certamente il pericolo di estinzione non è affatto scongiurato, però permettetemi, il lavoro svolto dall’Ufficio Incremento Ippico sin dal 1981 data in cui nacque il Centro per la conservazione genetica del patrimonio asinino di Martina Franca non è stato di poco conto.
    3. Per ultima cosa, è bene ricordare, per i non addetti ai lavori, che non rientra nelle pertinenze dell’Incremento Ippico decidere quali debbano essere i fondi da utilizzare per la gestione dell’Azienda Russoli, bensì tali fondi sono stanziati direttamente dalla Regione Puglia appositamente ed esclusivamente su apposito capitolo di Bilancio e non possono essere utilizzati per altri fini. Pertanto è a dir poco improbabile che per tale gestione vengano riservate solo le “briciole”. Per le braciole bisognerebbe capire chi le mangia e se le mangia, certamente il sig. D’Arcangelo sa qualcosa in merito e potrebbe essere più esplicativo.
    Distinti saluti
    Raffaele Iliceto
    Funzionario Ufficio Incremento Ippico di Foggia
    Referente Registro Anagrafico Asino di Martina Franca

  19. D’Arcangelo sorvolando sui pettegolezzi contenuti nel suo post circa l’eta o l’iscrizione all’albo dell’autore del pezzo o le sue passeggiate per martina franca (ora le voci fuori dal coro sono stonate e quelle dei passacarte utili al sistema intonate, sigh), mi vorrei soffermare sul video di Stiscia la Notizia, già soprannominato Striscia la bufala, esibito come prova provata delle condizioni di maltrattamento degli asini di Russoli. Moltissimi asinari, coloro che gli asini li hanno e li conoscono, me compresa, quando hanno visto il video sono rimasti sbalorditi dall’inconsistenza della notizia. A meno che non si voglia cementificare tutti i recinti, quando piove c’è il fango poi arriva il sole e il terreno si asciuga. Un’ asina, una, su 181 zoppicava, sarà stata vecchia, avrà avuto dei problemi? Avete approfondito? E gli altri 180? Non sembravano neanche deperiti, e se lo fossero stati è impossibile rimetterli in sesto in una settimana, tanto è passato dal “grido di dolore” alla visita di Stiscia. Questa non è informazione, è televendita! Anche il mio cane zoppica, e vede il veterinario minimo una volta al mese perché è vecchio e acciaccato, sono da denunciare? Anche il mio asino ha passato giorni con le zampe in mezzo al fango perché pioveva, ha un ricovero ma stava volentieri nel fango e ci si rotolava anche, me lo dovevo mettere in salotto? Sono da additare all’indignata protesta feissbookiana pure io? Mi chiedo, ma prima di questa vicenda che state cavalcando in maniera secondo me ambigua, l’aveva mai visto un asino in vita sua? Sa cosa vuol dire un allevamento brado? Del resto non penso neanche che possa chiedere lumi alla Dottoressa Latini, che afferma che un asino sdraiato è un asino che non sta bene. (doppio sigh!)
    Se fa un giro in molti allevamenti, anche di allevatori da affezione che non ci guadagnano una lira e hanno pochi capi che amano e curano, le potrà capitare di vedere un’asina zoppa, magra, con dei problemi, è la vita, prima o poi invecchiamo tutti o ci possiamo ammalare, vogliamo denunciare la maggior parte degli allevatori? Qui ce ne sono quasi 200 e se n’è vista una zoppicare, non le sembra un po’ poco? A me sembra di si per montare tutto questo polverone. L’ultima: ci siamo bevuti per giorni tutti gli articoli di Agostino Quero, articoli fondati solo sul sentito dire – oserei dire perfino imboccato – escludendo la partenza, la vertenza sindacale a quanto pare infondata, e il certificato del veterinario Ricci, che ha risposto in seguito sui vari blog, per il resto giornalismo scandalistico senza approfondimenti, e ora che si leva una voce dissonante, gli si fanno le pulci invece di rispondere in merito? Viva il pensiero unico!
    Non si meravigli se c’è chi non ci vede per niente chiaro, il vostro accanimento è quanto meno sospetto, spero che si tratti solo di campagna elettorale!

    F.to
    Valentina Migliaccio

    un’asinara che non ha le mani in pasta da nessuna parte
    che
    non si vuole prendere un asino da Russoli
    non fa convegni
    non fa onoterapia
    non produce latte
    non è in politica
    non cerca consenso
    ma ama la verità

  20. Benedetto figliolo,hai commesso una grave ingenuità,d’altronde è comprensibile vista la giovane età.Hai pronunciato una parola che i politici non vorrebbero mai sentire.Molti di loro provano un brivido lungo la schiena quando la sentono. Li vedi spalancare gli occhi e chiuderli di scatto in preda a frenatici tic nervosi,alcuni perdono adirittura i capelli ( li raccolgono subito per non consentire alle ” Iene” di farli analizzare) .
    Ti do un consiglio ,non dire mai più ” Indagherò”, fallo ma non dirlo.

  21. A proposito di questa storiella pare sia nata anche una associazione, che oltre ad essere disposta a ricevere lasciti,offerte o contributi dallo stato è anche molto…attenta …alle critiche che su fes-buk immancabilmente arrivano….chi sarà il presidente?? E chi i consiglieri??
    Segreto segretissimo…interpelleremo la famosa maga magò per saperlo.

  22. Pingback: » Masseria Russoli. Nardoni: “Riaprirla alla comunità” » Martina News

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