Scherzo, ovviamente.
Anche perchè non ci importa chi sia, ma che le cose che dice siano vere. O meglio che ci sia un attimo una crepa in quel sorriso di vetro di chi vota leggi finanziarie e non sa quanto costa un chilo di pane. Forse è questo il problema: quanto costa il pane e quanto prendo di stipendio. E il fatto che queste due cifre vengono stabilite da persone che forse non sanno nemmeno dove si compra il pane.
Eppure questo Spider Truman ha rotto una consuetudine, non solo facendo esplodere il caso dei privilegi di chi legifera, ma anche facendo venire a galla i nostri peggiori bassi istinti. Il primo fra tutti quell’invidia malcelata dietro “secondo me è un’operazione di Beppe Grillo“, oppure “sarà un teaser per un libro sui politici”.
Rimane che tutto questo è stato fatto per vendetta, e questo non mi piace troppo, anche perchè ha aspettato 15 anni per parlarne.
Eppure, che sia o no genuino, Spider Truman sta svolgendo un servizio per la comunità, cosa che schiere di giornalisti troppo pieni di sè non hanno mai fatto. Certo, ne hanno parlato Rizzo e Stella, ma quello era un libro, e i commenti scritti a matita sul bordo della pagina non possono essere condivisi.
Infine, l’ultima cosa, che mi piace di più, è un piccolo volo pindarico sul nome: Spider Truman. Spider come supereroe o come ragno? Dipenderà dalle tele che è riuscito a tessere o da un riferimento alla sua vera identità? Oppure perchè pensa di essere un supereroe? E poi quel Truman, che poco spazio lascia alla riflessione: lo strappo nel cielo di carta svela un po’ che siamo tutti protagonisti nostro malgrado, dello stesso, misero, show.