Vendola, Jobs, e le ninfomani cristiane

Scattata da Frankie Hi Nrg MC

Parlare del fattaccio di Sel Roma è un po’ come fare commenti sulle camicie di Formigoni. Non si riuscirebbe a scrivere nulla che non avesse il gusto di “l’avevo detto io”. Siccome però nelle camicie di Formigoni nessuno ripone le speranze che gli orfani di Bertinotti ripongono in Vendola & friends, il fatto merita almeno una ripassata generale.

Muore Jobs. Nonostante sia stato quello che ha prodotto i marchingegni più fighi e più costosi della storia della tecnologia, tutta la rete si riempie di “Stay hungry, stay foolish”. I social network, da dispositivi omologanti e persuasivi quali sono, generano una sorta di lutto 2.0. Tutti a piangere la morte di Jobs: per un giorno intero questo diventa il fatto più discusso, postato, taggato, twittato del mondo.

Ieri sera Roma si riempie, a detta dei romani, di manifesti neri di Sel, in cui il simbolo del movimento di Vendola viene storpiato nella mela della Apple. Con 7 giorni di ritardo, Sel Roma fa stampare e affiggere i manifesti. Immaginiamo già che l’idea sia partita nel momento in cui i dirigenti locali si sono accorti che non potevano non sfruttare l’occasione per farsi un po’ di pubblicità (e già, la lunga coda). Solo che la tipografia è ingolfata di manifesti e prima di martedì/mercoledì non può. Vabbene, fa niente, aspettiamo.

Affissi i manifesti, si scatena il putiferio. La rete italiana oggi è dedicata a questo. Almeno, una certa rete, perchè gli altri lavorano e su Facebook ci vanno la sera tardi. Scatta il passaparola. Nel giro di pochissimo tempo (alle 12:41, ora di Parigi) sul profilo Facebook di Vendola compaiono le scuse ufficiali:

Il genio di Steve Jobs ha cambiato in modo radicale, con le sue invenzioni, il rapporto tra tecnologia e vita quotidiana. Tuttavia fare del simbolo della sua azienda multinazionale – per noi che ci battiamo per il software libero – un’icona della sinistra, mi pare frutto di un abbaglio. Penso che il manifesto della federazione romana di SEL, al netto del cordoglio per la scomparsa di un protagonista del nostro tempo, sia davvero un incidente di percorso. Incidente tanto più increscioso in quanto proprio in questi giorni nella mia regione stiamo per approvare una legge che, favorendo lo sviluppo e l’utilizzo del software libero segna in modo netto la nostra scelta.

Non solo, ma Quink, il geniale sito di adbuster baresi, moooooooolto vicino a Vendola, fa partire una serie di parodie chiamata SELcrologio. I più maligni dicono che non solo questo non sarà un inciampo per il movimento vendoliano, ma sarà addirittura un’occasione da sfruttare.

(Pensare che sia stato studiato strategicamente a tavolino mi pare troppo. Ma bravi coloro che gestiscono la comunicazione che hanno immediatamente riparato l’errore, anche in maniera simpatica.)

Rimane un fatto però, che non è roba da spin e da social media specialist. Steve Jobs è stato un imprenditore che ha avuto la fortuna di vendere oggetti/feticci di cui nessuno aveva bisogno ma di cui tutti hanno sentito la necessità. Arrivare ad adattare un simbolo politico a quello di un’azienda significa considerare il primo più debole del secondo. Immaginate che Andreotti potesse mai adattare il simbolo dello scudocrociato a quello della Fiat?

No.

Infatti.

Se la mitologia simbolica dei dirigenti romani di Sel è così debole da consentire che il proprio logo (cfr: logos, pensiero) si adattasse a quello della Apple, potrebbe essere che i contenuti politici a cui fanno riferimento non sono così forti e radicati. Forse è la politica liquida, ma a me viene in mente il movimento della Ninfomani Cristiane che si propone di sfogare i propri istinti solo nel talamo coniugale ma comunque nel nome di Gesù.