I giornali online hanno modificato anche la comunicazione politica. Un tempo dovevano passare almeno 24 ore tra un comunicato di qualcuno e la risposta di qualcun altro. Oggi bastano pochissime ore. Questa cosa merita un minuto di attenzione (ma anche di raccoglimento): Inviare comunicati per un politico è un modo per dire qualcosa ai suoi elettori e ai cittadini interessati e i dibattiti sulla stampa non servono a nulla, se non ad alimentare il senso di disagio dei cittadini che sanno che tutti fingono e sono solo curiosi di capire fino a dove possono arrivare. Inviare un comunicato di risposta a distanza di pochissime ore vuol dire pensare di utilizzare i giornali come le bacheche di Facebook: post -> commento -> altro commento -> discussione. Ma nonostante questo mutamento di forma, e quindi di contenuto, considerando i giornali online come balcone privilegiato da cui arringare la folla, gli stessi non sono considerati parimenti autorevoli come quelli cartacei, tanto che si scrive “alcune testate online”.
Il motivo è presto detto: molti corrispondenti dei quotidiani locali, che escono ancora su carta, non sono riusciti ad adeguarsi all’evoluzione dell’informazione e pretendono che i comunicati arrivino a loro il giorno prima, in modo da non essere bruciati da chi sta online. Invece di approfittare della presenza delle testate online con cui stabilire una proficua collaborazione, sia i redattori, spesso abituati a firmare i comunicati, che le redazioni stesse, in questa impari lotta tra chi puzza di cadavere e chi è invece nel fiore degli anni, preferisce stabilire una relazione basata sull’ignoranza. Nel senso di far finta che non esistono, evitando perfino le citazioni quando gli articoli sono palesemente copiati.
Ritorando ai comunicati stampa è evidente che anche qui vale la regola dell’uso che determina la norma. Avremo dibattiti accesi nel giro di pochissime ore tali che probabilmente forniremo agli uffici stampa direttamente gli accessi per pubblicare tutto da soli.